martedì 11 febbraio 2014

Una pittura istintuale quella di Sergio Etere


Una pittura istintuale quella di Sergio Etere, che non si prefigge mete predefinite,
 ma che valorizza il presente, l’atto creativo che si fa cosa, per chiarirsi e chiarire
 il mondo e il proprio sé. Protagonista è il colore, che “urla” la sua dignità, 
il suo voler essere guida in cammini di esplorazione.  
Il tratto soggettivo, però, se pure immediato, presuppone un sostrato:
 sono emozioni, passioni, ideali, che si reificano per essere espressi,
 per vivere oltre il momento. Una comunicazione biunivoca si instaura
 tra l’io e l’ambiente, tra l’artista e il pubblico.
 Non un semplice discorso empatico quello che si produce nel rivelarsi dell’opera;
 sono corrispondenze metafisiche che legano l’opera e l’uomo,
 l’individuo e la pluralità: lo sguardo coglie il messaggio e lo fa proprio,
 la naturalezza dello scambio favorisce la comprensione,
 l’individuazione delle basi comuni  produce spazi di riflessione;
 il fatto artistico è essenzialmente fatto umano, il solipsismo si stempera nell’auspicata partecipazione, ma su tutto aleggia una tensione all’oltre, all’indefinito.
 Non possono trovarsi risposte, ma domande e strade sempre nuove, 
e il fascino è proprio questo, nel sentire appieno la vita, le sue contraddizioni,
 le sue incompletezze: le elaborazioni di Sergio Etere riescono a darne ragione e interpretazione.
Annette Armoise 2014












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