Una pittura istintuale quella di Sergio Etere, che non si prefigge mete predefinite,
ma che valorizza il presente, l’atto creativo che si fa cosa, per chiarirsi e chiarire
il mondo e il proprio sé. Protagonista è il colore, che “urla” la sua dignità,
il suo voler essere guida in cammini di esplorazione.
Il tratto soggettivo, però, se pure immediato, presuppone un sostrato:
sono emozioni, passioni, ideali, che si reificano per essere espressi,
per vivere oltre il momento. Una comunicazione biunivoca si instaura
tra l’io e l’ambiente, tra l’artista e il pubblico.
Non un semplice discorso empatico quello che si produce nel rivelarsi dell’opera;
sono corrispondenze metafisiche che legano l’opera e l’uomo,
l’individuo e la pluralità: lo sguardo coglie il messaggio e lo fa proprio,
la naturalezza dello scambio favorisce la comprensione,
l’individuazione delle basi comuni produce spazi di riflessione;
il fatto artistico è essenzialmente fatto umano, il solipsismo si stempera nell’auspicata partecipazione, ma su tutto aleggia una tensione all’oltre, all’indefinito.
Non possono trovarsi risposte, ma domande e strade sempre nuove,
e il fascino è proprio questo, nel sentire appieno la vita, le sue contraddizioni,
le sue incompletezze: le elaborazioni di Sergio Etere riescono a darne ragione e interpretazione.
Annette Armoise 2014
Nessun commento:
Posta un commento